Negli ultimi anni (e a una velocità impressionante) il real estate è stato travolto da una serie di fenomeni che hanno cambiato radicalmente i connotati dell’intermediazione.
Uno su tutti? L’avvento di internet e le sue conseguenze. Se agli albori -in un periodo che possiamo comprendere tra la fine degli anni ’90 e il 2010 circa- il web ha rappresentato principalmente uno spazio “vetrina” con funzioni prevalentemente commerciali, oggi non si limita a questo. L’evoluzione si è allargata agli ambiti della fi scalità, dell’organizzazione del lavoro e della burocrazia.
Lo sviluppo tecnologico ha avuto l’eff etto di accelerare verso un rapido (e alle volte difficile da gestire) processo di smaterializzazione: in sostanza, si abbandonano le forme fi siche come il cartaceo in favore del digitale. Si pensi, per esempio, alla fatturazione elettronica, al download delle planimetrie, alla firma a distanza o anche al deposito formulari che si può eseguire online. Da un lato digitalizzare signifi ca rendere (almeno idealmente) più veloce, effi ciente e accessibile un processo. Dall’altro -ed è il rovescio della medaglia- accade che alcuni soggetti vengano investiti da un volume maggiore di oneri. È il caso degli Agenti Immobiliari, sempre più presi da obblighi e ai quali non possono sottrarsi. Ormai il loro lavoro comprende quotidianamente adempimenti privacy, antiriciclaggio, registrazione di contratti; ma hanno anche assorbito aspettative che prima erano esclusiva di altre fi gure, come il controllo sullo stato degli immobili o l’affi dabilità finanziaria degli acquirenti. Il mestiere di Agente Immobiliare, insomma, diviene sempre più complesso. Gli operatori del Real Estate non hanno più il ruolo esclusivo di mediatori ma sono professionisti chiamati a rispondere a tutta una serie di bisogni e procedure che si sono trasformate nel tempo. E proprio nella capacità di fornire risposte adeguate (e pronte) a queste esigenze si gioca la sopravvivenza e la prosperità degli Agenti. Il punto nodale è allontanarsi dalla concezione di internet quale spazio puramente commerciale perché, in questa dimensione, il web diventa un piano di concorrenza estrema, non solo tra addetti ai lavori ma anche con i privati. Se la disintermediazione è un carattere endemico del mercato italiano, portali e social-network favoriscono il coinvolgimento diretto di proprietari e acquirenti nel processo di compravendita, con un potenziale piuttosto marcato di espulsione dei mediatori professionali. Non è dunque tanto il campo promozionale quello in cui si gioca la partita decisiva. Piuttosto si tratta di portare gli Agenti alla funzione di risolutori e facilitatori di quel cammino così tortuoso (perché colmo di dubbi, cavilli, procedure e obblighi) qual è la mediazione immobiliare.
Inoltre vi è da sottolineare una tendenza ulteriore del nostro tempo, quella che viene chiamata “burocratizzazione”: lo Stato e le istituzioni tendono a normare sempre più minuziosamente i settori che ritiene centrali. E l’immobiliare è certamente uno di questi. Burocratizzare si traduce in un aumento delle leggi e delle conseguenti diffi coltà interpretative. Il cliente dell’Agenzia richiede sì di “fare un ottimo aff are” ma anche di essere guidato e -soprattutto- garantito da professionisti che sappiano condurlo correttamente nella “selva della burocrazia”, possibilmente, senza fargli perdere tempo e denaro.
La mediazione immobiliare, dunque, si è profondamente trasformata. Un cambiamento che ha comportato un’assunzione maggiore di oneri in capo ai professionisti del Real Estate. In un’epoca contraddistinta dai processi di burocratizzazione, dematerializzazione e accelerazione, le tecnologie IT rappresentano lo strumento necessario per assorbire con impatto positivo le funzioni che i mediatori sono chiamati a svolgere. Compiti che non si limitano alla promozione online degli immobili, ma comprendono adempimenti, procedure e burocrazia gestibili online. Ed è questo il nuovo paradigma che gli Agenti devono abbracciare: un utilizzo consapevole del digitale permette di migliorare e semplificare un lavoro veramente complesso!
dott. Diego Caponigro (CEO REGOLD) | www.regold.it