Nel DNA immobiliare l’ottimismo è di casa
Si chiude un anno che può fornire qualche elemento di riflessione non tanto per le previsioni, che tali restano, quanto per l’analisi dell’accaduto; ad oggi abbiamo solo il dato del primo semestre ma è chiaro che c’è stato un rallentamento del mercato, da molti giornali generici e di settore spesso enfatizzato con termini come “emergenza” o “frenata”.
In realtà un dato calante c’è stato ed è quello del numero delle compravendite, certificato dal Consiglio Notarile Nazionale, transazioni che sono passate da 303.375 a 277.052 (confronti tra relativi primi semestri); di più: l’analisi del dato evidenzia un meno 11% sull’acquisto casa tra privati ed un più sonoro meno 34,2% di acquisti da impresa. Dati indiscutibili e vedremo che dimensione assumeranno sui 12 mesi.
Certo il quadro nel quale si inseriscono non è ottimale; a livello normativo stiamo ancora “uscendo” dal periodo bonus (super e no) e stiamo entrando nel “mood” della casa certificata green con adeguamenti imposti dall’Europa.
A livello macroeconomico non va meglio: l’inflazione sta erodendo il potere di acquisto, i tassi di interesse stanno impedendo a molte persone di acquistare un immobile accedendo ad un mutuo.
Davanti a questo quadro ci sarebbe da essere pessimisti, invece noi perseveriamo nel vedere il bicchiere mezzo pieno, in tutto, anche su quanto sopra riportato: “proiettando” infatti il dato semestrale sui 12 mesi ed ipotizzando un numero di transazioni annue nel 2023 di 550.000 ecco che semplicemente siamo ritornati ai valori del 2018 ma con un qualcosa in più; ottenere gli stessi numeri di un mercato “normale” ma con la “zavorra” dell’inflazione, degli alti tassi applicati ai mutui e la conseguente flessione degli stessi significa un mercato che è tornato a numeri “normali” ma in grado di “contenere” i danni di una macroeconomia non certo favorevole.
Perché questa è la normalità delle transazioni in Italia (550/600.000), non le 700.000 del dopo pandemia e quindi possiamo dire, tutto sommato, che siamo semplicemente tornati alla normalità di un mercato che rimane certamente il meno “volatile” di tutti.
Troppo ottimisti? Questi siamo noi e chi lavora nell’immobiliare questa caratteristica la deve avere nel sangue e nel suo Dna imprenditoriale, e ancor più chi fa parte di un Gruppo o di una Famiglia come la nostra, nella quale l’ottimismo, la determinata passione per il lavoro ed il senso di comunità hanno sempre “trovato casa”, quella casa che non tradisce mai.
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Arch. Paolo Padovani
Member of L’immobiliare.com | Verona
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